VIVA LA DONNA! ALTRO CHE IDEOLOGIA GENDER…

Sono giorni intensi, di grande attenzione al ruolo della donna, e la Chiesa non manca di
sottolinearne l’importanza per la crescita umana, culturale, professionale dell’intera società. Proprio
alla vigilia della Festa dell’8 marzo, intervenendo al Convegno Donne nella Chiesa: artefici
dell’umano, Papa Francesco ha posto in evidenza il contributo che donne sante hanno avuto nel
rivoluzionare i contesti nei quali sono state chiamate ad operare «tutte loro, in differenti tempi e
culture, con stili propri e diversi, e con iniziative di carità, di educazione e di preghiera, hanno dato
prova di come il “genio femminile” sappia riflettere in modo unico la santità di Dio nel mondo.
Anzi, proprio in epoche nelle quali le donne erano maggiormente escluse dalla vita sociale ed
ecclesiale, “lo Spirito Santo ha suscitato sante il cui fascino ha provocato nuovi dinamismi spirituali
e importanti riforme nella Chiesa”».

La Chiesa – sottolinea Francesco – ha bisogno del contributo femminile e segnali concreti si stanno avendo sempre più anche a livello ecclesiale dove a donne è riconosciuto sempre un ruolo di primo piano negli stessi organigrammi vaticani. Su tutti si pensi al profondo protagonismo che le stesse vivono nella Facoltà Teologica Meridionale.
Il Papa sottolinea che lo stile femminile rappresenta per la Chiesa una straordinaria opportunità di
attenzione e cura verso il prossimo: «Il nostro è un tempo lacerato dall’odio, in cui l’umanità,
bisognosa di sentirsi amata, è invece spesso sfregiata dalla violenza, dalla guerra e da ideologie
che affogano i sentimenti più belli del cuore. E proprio in questo contesto, il contributo femminile è
più che mai indispensabile: la donna, infatti, sa unire con la tenerezza. Santa Teresa di Gesù
Bambino diceva di voler essere, nella Chiesa, l’amore. E aveva ragione: la donna infatti, con la sua
capacità unica di compassione, con la sua intuitività e con la sua connaturale propensione a
“prendersi cura”, sa in modo eminente essere, per la società, “intelligenza e cuore che ama e che
unisce”, mettendo amore dove non c’è amore, umanità dove l’essere umano fatica a ritrovare sé
stesso». La bellezza e la ricchezza della donna vanno quindi preservate e non appiattita in una
logica omologante che vorrebbe mascolinizzarne non soltanto gli stili di vita ma le stesse priorità
valoriali. È questa una violenza sulle donne che troppe volte viene passare addirittura per
femminismo…
La bellezza dell’umano è data dalla complementarietà del maschile e del femminile, “maschio e
femmina li creò”. È questa complementarità nelle differenze che fa dell’essere umano l’immagine di
Dio: “Dio creò l’essere umano a Sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li
creò” (Gen 1,27). Di qui l’ennesima denuncia del grande rischio del nostro tempo. Parlando a
braccio al Convegno “Uomo e donna immagine di Dio. Per un’antropologia delle vocazioni” Papa
Francesco ha sottolineato come «oggi il pericolo più brutto è l’ideologia del gender, che annulla le
differenze. […] Cancella le differenze e rende tutto uguale; cancellare la differenza è cancellare
l’umanità. Uomo e donna, invece, stanno in una feconda “tensione”».

La Chiesa riflette da tempo sui rischi dell’ideologia gender, la volontà di negare la verità antropologica del dato biologico riconoscendo la legittimità esclusiva della scelta “di genere”. Il Papa denuncia questo business
ideologico e se da un lato non manca di ribadire la cultura dell’accoglienza rispetto alle scelte
individuali, sottolinea che non si debba cedere di fronte alle violenze dell’ideologia. Rispettare
l’uomo, rispettare la donna, significa rispettare il suo essere uomo, il suo essere donna. È nella
diversità e nella complementarietà che si realizza in pienezza l’essere umano. L’ideologia gender
nega, annulla, appiattisce, omologa, azzera. Priva della sua straordinaria ricchezza l’essere “umano”.

(c) Vito Rizzo 2024

[Articolo pubblicato sul quotidiano Le Cronache di Salerno del 10 marzo 2024]

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