L’OSTIA NON E’ UNA PATATINA

C’è voluta una pubblicità televisiva mal pensata, ben realizzata e mal riuscita, per ricordare ai
cristiani l’importanza dell’Eucaristia. Una nota azienda italiana, dopo aver scelto qualche tempo fa
il pornodivo Rocco Siffredi quale testimonial del prodotto con il suo ammiccante apprezzamento
per la “patatina”, ha ben pensato di spingersi un po’ oltre e ha immaginato una “sostituzione”
nella pisside del sacerdote mettendo le patatine al posto delle ostie con le diligenti monache a
sgranocchiare in fila la sostituta della particola.  In verità lo spot è stato già immaginato in diverse
versioni più o meno esplicite: nella versione web la patatina sostituisce proprio l’ostia offerta alle
suore dal sacerdote, nello spot per la TV la comunione «croccante» è solo in audio, e l’immagine
delle suore in fila per la comunione si sovrappone a quella di una suora nella sagrestia che mangia
le patatine. Il Comitato di Controllo dell’Iap, Istituto di autodisciplina pubblicitaria, ha bloccato la
pubblicità «ritenendola in contrasto con l’art. 10 del Codice di Autodisciplina della Comunicazione
Commerciale, secondo cui: “La comunicazione commerciale non deve offendere le convinzioni
morali, civili e religiose”». Come chiarito dall’Iap «il parallelismo che il messaggio instaura tra la
patatina, descritta come “il divino quotidiano”, e l’ostia, che rappresenta evidentemente il divino,
si sostanzia nella derisione del senso profondo del sacramento dell’eucaristia, rendendo più che
ragionevole che il credente e non solo si senta offeso».
Speriamo che sia realmente così, che il credente e non solo si sentano offesi per un messaggio
“oggettivamente” blasfemo. Quell’ostia per i credenti è Gesù Cristo, senza se e senza ma. Anche se
troppo spesso gli stessi credenti sembrano dimenticarlo, accostandosi a Lui con distrazione,
superficialità, inconsapevolezza, spenta abitudine, o non facendolo affatto…
Nella consacrazione eucaristica che soltanto i sacerdoti possono attualizzare, non avviene un
cambiamento nella materialità della particola (acqua e farina) ma nella sua sostanza che da
“terrena” diventa “divina”, “trascendente”. Si fa spiritualmente e “sostanzialmente” il Corpo di
Cristo.
Il beato Carlo Acutis – che dei Miracoli Eucaristici nel mondo si è fatto apostolo e testimone – ci
aiuta a capirlo, portandoci per mano nel “ragionamento” che non è fede cieca ma apertura della
ragione alla comprensione del trascendente: «Se i cristiani capissero cos’è la Messa, farebbero a
gara per entrare in chiesa, per non lasciarla mai, perché veramente è un atto creativo di vita
dentro di noi ed è la stessa vita di Gesù. La Messa non è una devozione: la Messa è un
avvenimento, qualcosa di grande che accade dentro di noi, nella nostra vita, in cui veniamo
coinvolti con Gesù, come co-immolati con Lui. […] Nell’Eucaristia avviene questa osmosi: l’amore
sacrificato di Cristo mi prende e trasforma la mia persona, i miei sentimenti, la mia volontà, tutto
me stesso. Entro in Gesù, nel suo intimo mistero e divento Lui, raggiungendo quella comunione
essenziale e fondamentale con il mio Signore per cui sono stato creato. Lui passa dentro di me e io
dentro di Lui».
Ecco dunque perché sostituire Dio con una patatina è blasfemo.
“Peccato!” Beninteso, da intendersi come esclamazione prima ancora che come sostantivo…

Peccato non accorgersene. Peccato sminuire la gravità del messaggio. Peccato provare a
giustificare il tutto come una semplice trovata pubblicitaria. Peccato, soprattutto, restare
indifferenti e ancor di più viverla da cristiani come se realmente in quella pisside ci fossero
patatine e non il Corpo di Cristo, essenza di eterno che si assapora nella nostra vita terrena.
In definitiva, quindi, ben venga dunque un’offesa, se ci aiuta a reagire rispetto a una coscienza fin
troppo assopita.

(c) Vito Rizzo 2024

[Articolo pubblicato sul quotidiano Le Cronache di Salerno del 14 aprile 2024]

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