«La speranza non delude». È con questo monito tratto dalla Lettera di San Paolo ai Romani (Rm 5,5) che Papa Francesco ha aperto la Bolla di indizione del prossimo Giubileo. Un Giubileo “ordinario” che secondo antica tradizione il Papa indice ogni venticinque anni. Ecco dunque che dopo il Giubileo straordinario della Misericordia del 2015 la Chiesa chiama nuovamente a raccolta tutti i battezzati per testimoniare al mondo la bellezza della fede.
Come mette in evidenza il papa «Nel cuore di ogni persona è racchiusa la speranza come desiderio e attesa del bene, pur non sapendo che cosa il domani porterà con sé. L’imprevedibilità del futuro, tuttavia, fa sorgere sentimenti a volte contrapposti: dalla fiducia al timore, dalla serenità allo sconforto, dalla certezza al dubbio. Incontriamo spesso persone sfiduciate, che guardano all’avvenire con scetticismo e pessimismo, come se nulla potesse offrire loro felicità». Di qui l’augurio: «Possa il Giubileo essere per tutti occasione di rianimare la speranza» consapevoli che «la Parola di Dio ci aiuta a trovarne le ragioni».
Il Giubileo serve anche a ricordare che non bisogna di-sperare… Anche di fronte ad un mondo sordo ai richiami del bene comune in quanto «in tali situazioni, attraverso il buio si scorge una luce: si scopre come a sorreggere l’evangelizzazione sia la forza che scaturisce dalla croce e dalla risurrezione di Cristo. E ciò porta a sviluppare una virtù strettamente imparentata con la speranza: la pazienza. Siamo ormai abituati a volere tutto e subito, in un mondo dove la fretta è diventata una costante. Non si ha più il tempo per incontrarsi e spesso anche nelle famiglie diventa difficile trovarsi insieme e parlare con calma. La pazienza è stata messa in fuga dalla fretta, recando un grave danno alle persone. Subentrano infatti l’insofferenza, il nervosismo, a volte la violenza gratuita, che generano insoddisfazione e chiusura».
L’im-pazienza, la non pazienza, caratterizza sempre più la nostra epoca. Basti pensare alla comunicazione via social che scandisce i tempi delle stesse relazioni umane, dove – sottolinea ancora il Papa – «lo spazio e il tempo sono soppiantati dal “qui ed ora”» e dove «la pazienza non è di casa». E invece la «la pazienza fa tanto bene a sé e agli altri».
Proprio l’intreccio tra speranza e pazienza è quello che caratterizza il cammino del Pellegrino: «mettersi in cammino è tipico di chi va alla ricerca del senso della vita. Il pellegrinaggio a piedi favorisce molto la riscoperta del valore del silenzio, della fatica, dell’essenzialità. Anche nel prossimo anno i pellegrini di speranza non mancheranno di percorrere vie antiche e moderne per vivere intensamente l’esperienza giubilare.
Nella stessa città di Roma, inoltre, saranno presenti itinerari di fede, in aggiunta a quelli tradizionali delle catacombe e delle Sette Chiese. Transitare da un Paese all’altro, come se i confini fossero superati, passare da una città all’altra nella contemplazione del creato e delle opere d’arte permetterà di fare tesoro di esperienze e culture differenti, per portare dentro di sé la bellezza che, armonizzata dalla preghiera, conduce a ringraziare Dio per le meraviglie da Lui compiute. Le chiese giubilari, lungo i percorsi e nell’Urbe, potranno essere oasi di spiritualità dove ristorare il cammino della fede e abbeverarsi alle sorgenti della speranza, anzitutto accostandosi al Sacramento della Riconciliazione, insostituibile punto di partenza di un reale cammino di conversione».
In fondo è questo il senso del Giubileo: aprirsi alla conversione del cuore, come quanti nei Vangeli hanno incontrato ed accolto Gesù. Da quell’evento è scattato qualcosa che ha cambiato la loro vita. La bolla di indizione ha naturalmente fissato anche le tappe del cammino giubilare: la Porta Santa della Basilica di San Pietro in Vaticano sarà aperta il 24 dicembre di quest’anno come inizio del Giubileo Ordinario. La domenica successiva, 29 dicembre 2024, il Papa aprirà la Porta Santa della cattedrale pontificia di San Giovanni in Laterano e con lui in tutte le cattedrali e concattedrali, i Vescovi diocesani celebreranno l’apertura dell’Anno giubilare; a seguire, il 1° gennaio 2025, Solennità di Maria Santissima Madre di Dio, verrà aperta la Porta Santa della Basilica papale di Santa Maria Maggiore; infine, domenica 5 gennaio sarà aperta la Porta Santa della Basilica papale di San Paolo fuori le Mura. Il Giubileo si concluderà poi con la chiusura della Porta Santa della Basilica papale di San Pietro in Vaticano il 6 gennaio 2026, giorno dell’Epifania. Un momento di grazia che si è chiamati a vivere già in questi mesi di preparazione, un cammino di speranza rivolto a tutti.
(c) Vito Rizzo 2024
[Articolo pubblicato sul quotidiano Le Cronache di Salerno del 12 maggio 2024]
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