Nell’incontro che Papa Francesco ha tenuto qualche settimana fa in preparazione della Giornata Mondiale dei Bambini che si svolge questa domenica si coglie il senso profondo dell’intuizione che ha visto convocati a Roma, in piazza San Pietro, i bambini di tutto il mondo. Alla domanda su cosa sia per i bambini la felicità, una bambina ha risposto «Per me, la felicità nel mondo è essere tutti uniti, essere una sola famiglia, la famiglia di Dio», un altro bambino, invece, ha risposto «Per me, la felicità nel mondo è la pace». Unità, famiglia, pace. Sono questi i “nomi” della felicità e la risposta viene direttamente dal cuore dei bambini. Del resto già Gesù lo aveva anticipato: «se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli» (Mt 18, 3-4). A questo Papa Francesco ha incalzato: «Ma come si fa la felicità? Dove si compra? Come si fa?». Le risposte dei bambini sono state “disarmanti”… «Facendo pace!». Ma il papa ha insistito: «dove si compra la felicità?» La risposta: «La felicità non si compra: viene proprio da noi». Ancora il Papa: «Ma se la felicità non si compra, come posso essere felice?»
Le risposte dei bambini mostrano nella loro semplicità una profondità sbalorditiva: «Quando tutti stanno bene». Non possiamo essere felici se qualcun altro sta male, è bene non dimenticarlo mai.
«Quando facciamo pace». Si significa, al contrario, che quando stiamo in guerra non possiamo essere felici, mai! Né nelle relazioni personali, né sugli scenari globali. Incalzati ancora, i bambini hanno continuato riconoscendo che si è felici se si riesce a stare bene insieme: insieme tra le persone e insieme con Dio. E per stare in contatto con Dio il papa ha invitato i bambini a riscoprire la bellezza e l’intimità della preghiera. Una bambina a questo punto ha rilanciato: «Si può trovare anche la pace pregando perché finisca la guerra». Il resto del dialogo vale la pena di essere trascritto per intero:
Papa Francesco
«Pregando perché finisca la guerra. Voi sapete che ci sono bambini che sono in guerra, sapete questo?»
Bambini
«Sì!»
Papa Francesco
«Quei bambini, a volte, non hanno da mangiare, hanno paura delle bombe, delle cose brutte… Ma se un bambino è da questa parte della guerra, e un altro da quest’altra parte della guerra – ascoltate la domanda – sono nemici?»
Bambini
«No!»
Papa Francesco
«Questa è la domanda difficile: perché non sono nemici?»
Bambini
«Perché non è colpa loro se c’è la guerra»
Papa Francesco
«Non è colpa loro se c’è la guerra»
Bambino
«Perché sono tutti una famiglia»
Papa Francesco
«Tutti i bambini sono tutti una famiglia. Va bene. E tu? Forte…»
Bambino
«Per non fare la guerra devi condividere la pace con l’amore…»
Papa Francesco
«Con l’amore. Va bene»
Qualcuno potrebbe chiedersi il perché di questa giornata mondiale dei bambini. Il papa lo ha spiegato in poche parole e con un esempio: «Uno pensa che il futuro dell’umanità sia nelle persone adulte che possono fare questo, quello, quell’altro… Invece non è così. Il futuro dell’umanità è nelle due punte: è nei bambini e negli anziani. Quando si incontrano i bambini con i nonni. E questa è una cosa bellissima, e noi dobbiamo prenderci cura dei vecchietti, dei nonni e dei bambini. E questo sarà il futuro, perché i nonni danno saggezza a noi, e i bambini imparano la saggezza dei nonni. I nonni hanno tutto un passato che ci dà tanto, i bambini hanno un futuro che riceve dal passato. E per questo credo che sia molto importante aiutare i bambini a crescere, a svilupparsi. Ma c’è un’altra cosa. Una volta, io leggevo uno scrittore spirituale che diceva che lui voleva essere nelle braccia di Dio come un bambino nelle braccia della mamma. Vediamo se abbiamo capito: noi, come dobbiamo essere con Dio?
Bambini
Come un bambino nelle braccia della mamma.
Papa Francesco
Non ho capito bene…
Bambini
Come un bambino nelle braccia della mamma.
Papa Francesco
Non dimenticare questo. Con Dio, essere come un bambino nelle braccia della mamma.
(c) Vito Rizzo 2024
[Articolo pubblicato sul quotidiano Le Cronache di Salerno del 26 maggio 2024]
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