Lo scorso giovedì Papa Francesco ha incontrato in Vaticano i membri del Dicastero per il Clero venuti a Roma da tutti i continenti. Una varietà di esperienze, sensibilità, attenzioni pastorali tutte accomunate dalla volontà di servire il Vangelo in risposta alla vocazione ricevuta. Il Papa ha continuato a mettere in guardia contro i rischi del clericalismo e della mondanità spirituale, la prima rappresenta una chiusura autoreferenziale ampiamente superata dalla storia, la seconda un annacquamento della grazia del ruolo rincorrendo aspetti più legati alla vita secolare che non alla missione. L’uno e l’altro sono atteggiamenti sbagliati, fortunatamente di una stringata minoranza. Come sottolineato dal Pontefice «la grande maggioranza dei sacerdoti si prodiga con tanta generosità e spirito di fede per il bene del santo Popolo fedele di Dio, portando il peso di tante fatiche e affrontando sfide pastorali e spirituali a volte non facili». Ne facciamo esperienza anche nelle nostre realtà locali dove – al di là di qualche isolata eccezione contagiata da un eccesso di clericalismo o di mondanismo – la presenza dei sacerdoti garantisce la stessa tenuta sociale delle comunità con una prossimità spirituale e caritativa che è in grado di andare incontro e di accompagnare le fragilità. Proprio in tempi di crisi come questi è ancora più urgente quel senso di vicinanza di una Chiesa “esperta di umanità” – per usare un’espressione cara a San Paolo VI – che sa offrire una ragione di senso in grado di contrastare quella crescente alienazione umana che sembra prevalere nei diversi contesti del vivere civile, dalla famiglia alla scuola, dal lavoro alla politica.
Il compito dei sacerdoti si è fatto col tempo sempre più difficile e delicato, di qui l’invito del Papa all’esigenza di non impigrirsi e a coltivare una formazione permanente: «anche il prete è un discepolo alla sequela del Signore e, perciò, la sua formazione deve essere un cammino permanente; questo è tanto più vero se consideriamo che, oggi, viviamo in un mondo segnato da rapidi cambiamenti, nel quale emergono sempre nuove domande e nuove sfide complesse a cui rispondere. Perciò, non possiamo illuderci che la formazione in Seminario possa bastare ponendo basi sicure una volta per tutte: no; piuttosto, siamo chiamati a consolidare, rafforzare e sviluppare quanto abbiamo in Seminario, in un percorso che ci aiuti a maturare nella dimensione umana, che è sempre in cammino; a crescere spiritualmente, a trovare i linguaggi adeguati per l’evangelizzazione, ad approfondire quanto ci serve per affrontare adeguatamente le nuove questioni del nostro tempo».
Papa Francesco ha inoltre sottolineato l’importanza di vivere il senso di comunità ecclesiale «tessere una forte rete di rapporti fraterni è un compito prioritario della formazione permanente: il vescovo, i sacerdoti tra loro, le comunità nei confronti dei loro pastori, i religiosi e le consacrate, le associazioni, i movimenti: è indispensabile che i sacerdoti si sentano “a casa”, in questa grande famiglia ecclesiale». Solo il senso di comunità può aiutare a vincere il rischio della solitudine. È necessario riscoprire la bellezza della vocazione, alla vita consacrata come al matrimonio, perché ciascuno possa cogliere il modo in cui può esprimere al meglio la pienezza della propria vita: «per questo – ribadisce il papa – negli ultimi Messaggi per la Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, ho voluto allargare lo sguardo all’insieme delle vocazioni cristiane e l’ho rivolto in particolare a quella vocazione fondamentale che è il discepolato, in conseguenza del battesimo. Non possiamo rassegnarci al fatto che per tanti giovani è scomparsa dall’orizzonte l’ipotesi di una offerta radicale di vita». Seguendo l’invito del Papa, si tratta di riscoprire il senso del “per sempre”, coglierne la ricchezza e superare quella logica mondana dell’ “usa e getta” che caratterizza sempre più anche le relazioni umane. Ascoltare il proprio cuore, in fondo è questo il messaggio più forte che viene dal Vangelo.
(c) Vito Rizzo 2024
[Articolo pubblicato sul quotidiano Le Cronache di Salerno del 9 giugno 2024]
Leave a Reply