Il tempo estivo ci offre l’opportunità di scoprire la bellezza del creato e dell’essere parte di esso. Se proviamo a rifuggire dal turismo mordi e fuggi, dalle vacanze a mille all’ora, dall’offerta commerciale dell’all inclusive ma ci apriamo alla dimensione dello shabbat, della pausa attraverso cui si contempla e ci si rigenera; probabilmente la nostra vita, spirituale e non solo, non ha che da guadagnarci.
L’occasione di questa riflessione è data da una escursione vissuta con i giovani dell’Azione Cattolica sulla costa del Cilento: l’escursione in barca alla scoperta delle calette di Marina di Camerota e i percorsi nel verde della natura che collegano via terra questi angoli di bellezza irraggiungibili in automobile.
La bellezza che fa da cornice alla preghiera del Salmista (Salmo 8) «O Signore, nostro Dio, quanto è grande il tuo nome su tutta la terra: sopra i cieli si innalza la tua magnificenza. Con la bocca dei bimbi e dei lattanti affermi la tua potenza contro i tuoi avversari, per ridurre al silenzio nemici e ribelli».
Ma è proprio nella contemplazione del creato che nasce la piena riscoperta di sé: «Se guardo il tuo cielo, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai fissate, che cosa è l’uomo perché te ne ricordi e il figlio dell’uomo perché te ne curi? Eppure l’hai fatto poco meno degli angeli, di gloria e di onore lo hai coronato: gli hai dato potere sulle opere delle tue mani, tutto hai posto sotto i suoi piedi; tutti i greggi e gli armenti, tutte le bestie della campagna; gli uccelli del cielo e i pesci del mare, che percorrono le vie del mare».
È nella contemplazione della bellezza che scopriamo l’importanza della cura: del creato, certamente, ma anche di sé e del nostro prossimo. È proprio la bellezza di cui facciamo esperienza che ci deve guidare a comprendere la grandezza dell’artefice, del Creatore. Che ha creato il cielo e la terra, il mare e tutti i suoi abitanti. Quando l’uomo non ha deturpato tutto questo riusciamo ad immergerci nel senso pieno di questa esperienza. «Tutto è posto sotto ai suoi piedi» non significa che dobbiamo “calpestare” la bellezza; è esattamente l’opposto, per goderla a lungo siamo chiamati a preservarla.
Una responsabilità speciale che nasce proprio dalla importanza che è stata riservata all’uomo: «Eppure l’hai fatto poco meno degli angeli…».
Soprattutto ai giovani oggi è importante far assaporare questa verità. Se siamo stati fatti “poco meno degli angeli” abbiamo la responsabilità della cura di noi stessi, della nostra vita, della nostra bellezza creaturale. Ma ancora, ciò ci proietta a cogliere lo spirito pieno della fraternità a cui ciascuno è chiamato nei confronti del proprio prossimo. Anche lui, il mio vicino o il mio lontano, il mio fratello o il mio nemico è fatto “poco meno degli angeli” e ciascuno di noi è chiamato a riconoscerlo e ad averne cura.
Quanta bellezza possiamo contemplare, ancora di più in questo tempo estivo, di calma, di pausa, di silenzio dal frastuono del mondo.
Piccola nota a margine, i cellulari non prendevamo e i ragazzi hanno fatto esperienza della loro stessa capacità di farne a meno… «O Signore, nostro Dio, quanto è grande il tuo nome su tutta la terra».
(c) Vito Rizzo 2024
[Articolo pubblicato sulla Rivista Punto Famiglia il 25 giugno 2024]
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