ASSAPORARE LA VITA ATTRAVERSO I ROMANZI

Un tempo si parlava tanto dell’importanza dei romanzi di formazione, ossia di quelle letture che nel periodo dell’ozio potessero stimolare e guidare gli adolescenti alla scoperta di sé, del mondo, delle relazioni, delle emozioni, dei sentimenti. Senza l’obbligo di consumarsi nella ricerca spasmodica di continui assaggi esperienziali ma lasciandosi lo spazio e il tempo di maturare una comprensione delle dinamiche umane così ben descritte dai diversi autori il cui compito era quello di accompagnare con la forza della narrazione i passi nel mondo rafforzando le gambe, la testa e il cuore per prepararli alle sfide della vita.

Se ci pensiamo è quello che è tornato di attualità non più tardi di qualche mese fa quando si è parlato tanto di inserire nei programmi scolastici la disciplina dell’educazione emotiva, eppure leggere Manzoni o Dostoevskij, Baricco o Milan Kundera, Elena Ferrante o Khaled Hosseini dovrebbe servire proprio a questo. Essere fruitori di contenuti video non è la stessa cosa. Non è lo stesso abbandonarsi alla lettura piuttosto che guardare una serie tv o lo youtuber di moda su TikTok.

Lo scorso 4 agosto Papa Francesco ha voluto sottolineare con una lettera pubblica l’importanza della letteratura nel percorso di formazione in quanto «Nella lettura, il lettore si arricchisce di ciò che riceve dall’autore, ma questo allo stesso tempo gli permette di far fiorire la ricchezza della propria persona, così che ogni nuova opera che legge rinnova e amplia il proprio universo personale». Leggere richiede tempo, certo. Più tempo, sicuro. Ma è un tempo in cui si investe sulla propria crescita umana ed emotiva, sulla capacità di affinare le proprie “antenne” e imparare la bellezza del vivere con maggiore consapevolezza la pienezza di sé e degli altri. «Nessun uomo è un’isola», scriveva Thomas Merton, e la letteratura ci mostra la ricchezza di un’umanità che non è succube dell’omologazione dilagante imposta dal mainstream…

Come osserva ancora il Papa «Da un punto di vista pragmatico, molti scienziati sostengono che l’abitudine a leggere produca molti effetti positivi nella vita della persona: la aiuta ad acquisire un vocabolario più ampio e di conseguenza a sviluppare vari aspetti della sua intelligenza. Stimola anche l’immaginazione e la creatività. Allo stesso tempo, questo permette di imparare ad esprimere in modo più ricco le proprie narrazioni. Migliora anche la capacità di concentrazione, riduce i livelli di deterioramento cognitivo, calma lo stress e l’ansia. Meglio ancora: ci prepara a comprendere e quindi ad affrontare le varie situazioni che possono presentarsi nella vita. Nella lettura ci tuffiamo nei personaggi, nelle preoccupazioni, nei drammi, nei pericoli, nelle paure delle persone che hanno superato alla fine le sfide della vita, o forse durante la lettura diamo consigli ai personaggi che in seguito serviranno a noi stessi».

La letteratura risponde alla stessa dinamica che nei racconti del Vangelo è assunta da Gesù: farsi toccare dalle persone, dalle loro storie, dalle loro debolezze, dai loro drammi, dai loro desideri. È la vita che incontra Gesù, è Gesù che incontra la vita concreta. La ricchezza della letteratura è data dal fatto – continua Papa Francesco – che «Quando si legge una storia, grazie alla visione dell’autore ognuno immagina a modo suo il pianto di una ragazza abbandonata, l’anziana che copre il corpo del suo nipote addormentato, la passione di un piccolo imprenditore che tenta di andare avanti malgrado le difficoltà, l’umiliazione di chi si sente criticato da tutti, il ragazzo che sogna come unica via di uscita dal dolore di una vita miserabile e violenta. Mentre sentiamo tracce del nostro mondo interiore in mezzo a quelle storie, diventiamo più sensibili di fronte alle esperienze degli altri, usciamo da noi stessi per entrare nelle loro profondità, possiamo capire un po’ di più le loro fatiche e desideri, vediamo la realtà con i loro occhi e alla fine diventiamo compagni di cammino. Così ci immergiamo nell’esistenza concreta ed interiore del fruttivendolo, della prostituta, del bambino che cresce senza i genitori, della donna del muratore, della vecchietta che ancora crede che troverà il suo principe. E possiamo farlo con empatia e alle volte con tolleranza e comprensione». È una costante lezione di umanità, proprio quello di cui si avverte sempre più il bisogno.

(c) Vito Rizzo 2024

[Articolo pubblicato sul quotidiano Le Cronache di Salerno dell’11 agosto 2024]

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