Qualche tempo fa Papa Francesco, con la sua ormai proverbiale schiettezza, aveva detto di non credere a una Madonna “postina”. Su questa linea il Dicastero per la Dottrina della Fede, anche alla luce della nota del maggio scorso sul discernimento di presunti fenomeni soprannaturali, ha concesso il Nihil obstat alla devozione mariana di Medjugorje, mettendo tuttavia in guardia dai presunti veggenti. Che il paesino balcanico sia animato da una profonda e sincera devozione mariana è ormai un fatto acclarato: tanti, troppi, sono i cristiani segnati da questa esperienza spirituale per non tenerne conto. Il rischio è quello di fidelizzarsi ai presunti veggenti dando loro un credito personale che non sempre, negli anni, è stato posto a servizio del Vangelo, tramutandosi invece in occasione di lucro personale. Trascurare l’uno o l’altro degli aspetti significherebbe negare la complessità di un discernimento che ha investito la Chiesa in questi anni e che si è concluso con una linea chiara e profondamente condivisibile: sì alla devozione alla Madonna, no alla “devozione” nei confronti dei veggenti. Come si diceva, i frutti spirituali di Medjugorje sono innegabili. Come riconosce lo stesso Dicastero «Per molti, Medjugorje è diventato un luogo scelto da Dio per rinnovare la loro fede: c’è, quindi, chi vive questo luogo come un nuovo punto di partenza per il suo cammino spirituale. In alcuni casi, molti hanno potuto superare le proprie crisi spirituali grazie all’esperienza di Medjugorje. Altri riferiscono il desiderio suscitato nel contesto di Medjugorje di donarsi profondamente al servizio di Dio nell’obbedienza verso la Chiesa o a un maggiore impegno nella vita di fede nella propria parrocchia di origine. In molte nazioni in tutto il mondo, nel frattempo, sono sorti tantissimi gruppi di preghiera e devozione mariana, ispirati dall’esperienza spirituale di Medjugorje. Sono sorte anche opere di carità legate a diverse comunità e associazioni, in particolare quelle che si occupano di orfani, tossicodipendenti, alcolisti, ragazzi con diverse problematiche, disabili». La cosa più importante della nota del Dicastero è il riconoscimento della coerenza sostanziale del carisma di Medjugorje al messaggio evangelico. Andando a spulciare i numerosissimi messaggi che con cadenza regolare vengono resi noti dai presunti veggenti emerge che la devozione a Maria, Regina della Pace, abbia una forte valenza teocentrica, con uno sguardo fermamente rivolto al suo figlio Gesù. Di qui una costante chiamata alla conversione (n.15), alla lotta contro il male (n.16), alla centralità della celebrazione eucaristica (n.20 e 21), della comunione fraterna (n. 22), dello sguardo alla vita eterna (n.26), con un’attenzione incessante alla preghiera, all’adorazione eucaristica e al sacramento della confessione (n.4).
Quello che desta invece perplessità è il tenore di alcuni messaggi di taglio più localistico (n.29), come pure alcune accentuazioni del ruolo di Maria nel progetto di salvezza (n.35 e 36). L’origine di alcuni di questi messaggi appare quindi più “umana” che “divina”, di qui il rischio di affidarsi troppo ai singoli messaggi. Resta invece il fatto che, nel suo complesso, la spiritualità di Medjugorje sia prevalentemente e profondamente fedele al Vangelo, come è ben sintetizzato nel messaggio del 25 novembre 1991: «Desidero avvicinarvi sempre di più a Gesù e al suo cuore ferito affinché siate capaci di capire l’amore senza misura che si è dato per ognuno di voi. Per questo, cari figli, pregate affinché dai vostri cuori sgorghi una fonte di amore su ogni uomo e su quelli che vi odiano e vi disprezzano; così, con l’amore di Gesù, sarete capaci di vincere ogni miseria in quel mondo doloroso che è senza speranza per quelli che non conoscono Gesù». In definitiva la nota termina con un Nihil obstat, una via libera alla devozione mariana che si è sviluppata a Medjugorje, con un’avvertenza: «Ad ogni modo, le persone che si recano a Medjugorje siano fortemente orientate ad accettare che i pellegrinaggi non si fanno per incontrarsi con i presunti veggenti, ma per avere un incontro con Maria, Regina della Pace, e, fedeli all’amore che lei prova verso suo Figlio, per incontrare Cristo ed ascoltarlo nella meditazione della Parola, nella partecipazione all’Eucaristia e nell’adorazione eucaristica. Come accade in tanti Santuari diffusi in tutto il mondo, nei quali la Vergine Maria è venerata con i più variegati titoli».
(c) Vito Rizzo 2024
[Articolo pubblicato sul quotidiano Le Cronache di Salerno del 29 settembre 2024]
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