Ecco i nuovi cardinali: come cambia la Chiesa

Sabato 7 dicembre nella Basilica di San Pietro Papa Francesco terrà il Concistoro Ordinario Pubblico per la creazione di ventuno nuovi Cardinali, tra questi anche l’Arcivescovo di Napoli Domenico (Don Mimmo) Battaglia. Ma chi sono i cardinali e che ruolo hanno nella Chiesa? Secondo il canone 351 «ad essere promossi Cardinali vengono scelti liberamente dal Romano Pontefice uomini che siano costituiti almeno nell’ordine del presbiterato, in modo eminente distinti per dottrina, costumi, pietà e prudenza nel disbrigo degli affari; coloro che già non siano Vescovi, devono ricevere la consacrazione episcopale». In altri termini i cardinali devono essere dei sacerdoti e, se non lo sono già, prima dell’ordinazione cardinalizia devono essere prima consacrati Vescovi. Li si riconosce dalla berretta rossa in luogo di quella viola, propria dei Vescovi, e hanno tra i loro compiti quello di aiutare in maniera particolare il Romano Pontefice. Secondo il canone 353, infatti, «i Cardinali prestano principalmente aiuto con attività collegiale al Supremo Pastore della Chiesa nei Concistori, nei quali si riuniscono per ordine del Romano Pontefice e sotto la sua presidenza». Ad alcuni di essi vengono riservate le sedi episcopali di maggior rilevanza, anche se con Papa Francesco, questa prassi ha trovato non poche eccezioni, basti pensare che in Lombardia è cardinale in Vescovo di Como Oscar Cantoni e non l’Arcivescovo di Milano Mario Delpini e che soltanto ora, dopo la lunga stagione di Crescenzio Sepe, viene assegnata la porpora cardinalizia all’attuale Arcivescovo di Napoli.

Nulla di strano, però. La ragione di opportunità è presto spiegata. Considerato che il ruolo più delicato assegnato al collegio cardinalizio è quello di riunirsi in Conclave se e quando serve eleggere il nuovo pontefice, va tuttavia considerato che questa prerogativa spetta soltanto a quanti non abbiano compiuto gli 80 anni. Tenuto conto che Sepe ha compiuto 80 anni nel giugno del 2023, e che lo stesso pur dimesso da Arcivescovo ha conservato la porpora cardinalizia, con questo concistoro non c’è più il rischio di una doppia presenza napoletana in Conclave.

Probabilmente mai come nel futuro Conclave saranno più adeguatamente rappresentati tutti i continenti e le Chiese particolari. Dei futuri cardinali elettori ne restano soltanto 6 nominati da Giovanni Paolo II e 24 nominati da Papa Benedetto XVI, mentre 90 sono stati creati cardinali da Papa Francesco a cui si aggiungeranno 20 dei nuovi 21 cardinali. Di questi 10 sono europei, di cui 4 italiani (Roberto Repole, Arcivescovo di Torino; Baldassare Reina, nuovo vicario generale per la Diocesi di Roma; Fabio Baggio, sottosegretario del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale e, da ultimo, Don Mimmo Battaglia), 6 del continente americano (di cui 5 sudamericani), 3 asiatici, un africano. Dal 7 dicembre quindi il Collegio cardinalizio sarà composto da 256 membri, dei quali 141 elettori e 115 non elettori.

La composizione geografica vedrà così l’Europa vantare in un futuro Conclave, al momento, salvo ulteriori cessazioni per limiti d’età, 58 elettori, di cui 17 italiani, l’America del Nord 16, l’America Centrale 4, l’America del Sud 18, l’Africa 17, l’Asia 24 e l’Oceania 3. Per la prima volta l’Europa non avrà la maggioranza assoluta e le periferie del mondo (Africa, Asia, Oceania e America latina) avranno un peso superiore al vecchio continente. Il cammino della Chiesa universale, con l’accelerazione data da Papa Francesco, ha cambiato decisamente marcia e sarà pronto a dare continuità alla spinta riformatrice e sinodale promossa dall’attuale pontefice. Una Chiesa sempre più “cattolica”, “universale”, in grado di interpretare i segni dei tempi rendendo vivo e vicino lo spirito del Vangelo.

(c) Vito Rizzo 2024

[Articolo pubblicato sul quotidiano Le Cronache di Salerno dell’1 dicembre 2024]

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