LA FEDE E LA DEVOZIONE INDOSSANO LA DIVISA

Nei giorni in cui a Roma si celebra il Giubileo delle Forze Armate, di Polizia e di Sicurezza è interessante fare una breve carrellata sul legame profondo che – in particolare nel nostro Paese – hanno i diversi corpi militari con alcune figure della fede. Le più note sono certamente la Virgo Fidelis per l’Arma dei Carabinieri, la Madonna di Loreto per l’Aeronautica Militare, San Michele Arcangelo per la Polizia di Stato, San Matteo per la Guardia di Finanza, Santa Barbara per la Marina Militare e per i Vigili del Fuoco, più di recente San Giovanni XXIII per l’Esercito e, last but not least, San Sebastiano per i Vigili Urbani.

In realtà ce ne sono a decine, ciascuna anche per ogni singolo corpo, ma non c’è spazio in queste colonne per raccontarle tutte…

Ma andiamo con ordine e spieghiamone il motivo. Mentre l’Aeronautica Militare è legata alla figura della Madonna di Loreto, la cui casa natale di Nazaret secondo un’antica leggenda fu trasportata nelle Marche in volo dagli angeli per salvarla dall’occupazione dei musulmani, la “Benemerita” omaggia invece la Vergine Maria con il titolo di Virgo Fidelis. In questo caso il motivo è chiaramente legato al motto araldico che nel 1933 re Vittorio Emanuele III attribuì all’Arma dei Carabinieri: “Nei secoli fedele”. Di qui il richiamo alla fedeltà all’Italia che l’Arma ha vissuto pur nel cambio della forma di Stato dalla Monarchia alla Repubblica. Sono sempre toccanti le parole dell’Inno a Lei dedicato che recita così: “In una luce fulgida di fiamma, com’ali bianche nell’azzurro ciel, al tuo trono corrusco, o dolce Mamma, sale il palpito del figlio tuo fedel, che in silenzio preparò il suo cuore ed in silenzio veglia l’avvenir su lui rivolgi gli occhi tuoi d’amore rendi nobile e lieve il suo soffrir” e il ritornello canta: “Tu sei Regina dell’eterna corte perché salisti il monte del dolor : il cuore mio non fermerà la morte perché ha giurato fede al tricolor”.

Non meno forte il legame tra San Michele Arcangelo e la Polizia di Stato; in questo caso il Principe delle Milizie Celesti è a capo delle schiere angeliche nella lotta tra il bene e il male, così come la Polizia è chiamata a proteggere i cittadini dai pericoli della criminalità. San Matteo, invece, è il patrono della Guardia di Finanza; non per le sue doti di apostolo ed evangelista ma piuttosto per il suo passato: prima della chiamata di Gesù, infatti, Levi era “impiegato all’ufficio delle imposte” e si curava di riscuotere le tasse dei cittadini… La Marina Militare e i Vigili del Fuoco sono entrambi legati alla figura di Santa Barbara. Come ci ricorda un canto della tradizione popolare Santa Barbara, ìa pe’ mare, nun se mbunnìa e nun s’abbastava. ‘A scuntava Santa Maria: -“che vai facenno Barbara mia” – “vavo accuglienno tuoni e lampi, pe’ salvare a tutt’ quanti”. Santa Barbara protegge quindi i naviganti dai temporali e protegge i Vigili del Fuoco dalle fiamme che proprio i lampi stanno a simboleggiare.

Non senza polemiche, invece, è l’elezione dal 2017 di Papa Roncalli, San Giovanni XXIII, come patrono dell’esercito. La scelta tuttavia è meno problematica di quanto possa apparire a prima vista. L’autore della Pacem in Terris, il “Papa buono”, nei suoi trascorsi ebbe anche una lunga esperienza come cappellano militare oltre che come Nunzio Apostolico (Ambasciatore della Santa Sede) in alcune delle zone di maggior crisi. L’esercito italiano – a differenza del passato – oggi è esclusivamente coinvolto in missioni di peace keeping, di qui il motivo che spinge ad avere un chiaro “ispiratore” di questa politica e di questo ruolo nei territori di conflitto. Chi più del Papa della Pace per mostrare il volto dell’Esercito quale facilitatore di pace?

Andiamo infine al Santo Patrono dei Vigili Urbani. In questo caso la scelta è ricaduta su San Sebastiano, il martire che per volontà dell’imperatore Diocleziano fu flagellato a morte, infilzato da decine di aculei… Forse la ragione di questa scelta sta proprio qui; chi più dei Vigili Urbani, operando sulle strade cittadine, è così esposto al continuo flagello e ai costanti improperi delle mamme parcheggiate con i SUV in seconda e terza fila?

(c) Vito Rizzo 2025

[Articolo pubblicato sul quotidiano Le Cronache di Salerno del 9 febbraio 2025]

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