È PASQUA: DIAMO SPAZIO ALLA GIOIA!

Oggi è un giorno di gioia. Di gioia piena. La Pasqua della Risurrezione di Gesù è il cuore della fede ed è la ragione di speranza per l’intera umanità. Lo è per i credenti ma anche per chi fa fatica a credere eppure è toccato da una grazia che ridona la vita. È lo spirito di amore che vince le umane fragilità. Basta lasciare che le proprie ferite siano una feritoia per farsi toccare dalla luce del Risorto. È l’esperienza che ha fatto Maria di Magdala, è l’esperienza che hanno fatto i discepoli, smarriti nel loro dolore, è l’esperienza di chi si lascia interpellare da un Mistero sovrabbondante che la nostra razionalità di non è in grado di contenere, di qui la Fede, l’affidarsi a ciò di cui non si comprende tutto ma di cui si fa concretamente esperienza.

In questo giorno è bello ritornare alle parole che all’inizio del suo pontificato Papa Francesco ha voluto affidare alla Chiesa nella Evangelii gaudium: «La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù. Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento. Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia» (EG 1). È proprio questo il “segreto” della Pasqua. Occorre aprire il cuore a questa gioia: «Il grande rischio del mondo attuale, con la sua molteplice ed opprimente offerta di consumo, è una tristezza individualista che scaturisce dal cuore comodo e avaro, dalla ricerca malata di piaceri superficiali, dalla coscienza isolata. Quando la vita interiore si chiude nei propri interessi non vi è più spazio per gli altri, non entrano più i poveri, non si ascolta più la voce di Dio, non si gode più della dolce gioia del suo amore, non palpita l’entusiasmo di fare il bene. Anche i credenti corrono questo rischio, certo e permanente. Molti vi cadono e si trasformano in persone risentite, scontente, senza vita. Questa non è la scelta di una vita degna e piena, questo non è il desiderio di Dio per noi, questa non è la vita nello Spirito che sgorga dal cuore di Cristo risorto» (EG 2).

La Veglia Pasquale con cui abbiamo vissuto lo squarcio delle tenebre, il passaggio dalla morte alla vita, dal buio alla luce, è esperienza della vita nuova che siamo chiamati ad accogliere. Ogni giorno. Lasciando scandire il nostro tempo, i nostri giorni, la nostra quotidianità da una luce nuova, la luce della gioia. Nell’omelia pronunciata durante la Messa a Santa Marta il 23 maggio del 2016 il papa ha disegnato l’identikit del cristiano: «Un cristiano è un uomo e una donna di gioia, un uomo e una donna con gioia nel cuore. Non esiste un cristiano senza gioia!». Proprio perché Gesù è risorto non ci possiamo fermare al Venerdì Santo. Come Maria di Magdala siamo chiamati ad allontanare la tristezza e ad aprirci alla gioia della Risurrezione.

Proprio nel giorno di Pasqua siamo chiamati a confrontarci sempre più con il nostro essere realmente risorti con Cristo. La Pasqua deve scandire il nostro tempo, la nostra quotidianità. Deve plasmarla: «quando nelle nostre parrocchie, nelle nostre comunità, nelle nostre istituzioni troviamo gente che si dice cristiana e vuole essere cristiana ma è triste, qualcosa succede lì che non va. E dobbiamo aiutarli a trovare Gesù, a togliere quella tristezza, perché possa gioire del Vangelo, possa avere questa gioia che è propria del Vangelo».

Ogni giorno, ma ancora di più oggi, in questo giorno speciale, quando siamo profondamente toccati dalla luce che ha squarciato le tenebre della notte «chiediamo al Signore che ci dia lo stupore davanti a Lui, davanti a tante ricchezze spirituali che ci ha dato e con questo stupore ci dia la gioia, la gioia della nostra vita e di vivere in pace nel cuore le tante difficoltà; e ci protegga dal cercare la felicità in tante cose che alla fine ci rattristano: promettono tanto, ma non ci daranno niente! Ricordatevi bene: un cristiano è un uomo e una donna di gioia, di gioia nel Signore; un uomo e una donna di stupore».

È Pasqua! Gesù è veramente risorto. Lasciamoci dunque accompagnare dalle parole della preghiera del Regina Coeli, che nel periodo pasquale, dalla Domenica di Pasqua fino alla Pentecoste, sostituisce la recita dell’Angelus: «Regina dei cieli rallegrati, alleluia. Cristo, che hai portato nel grembo, alleluia, è risorto come aveva promesso, alleluia. Prega il Signore per noi, alleluia. Rallegrati, Vergine Maria, alleluia. Il Signore è veramente risorto, alleluia».

(c) Vito Rizzo 2025

[Articolo pubblicato sul quotidiano Le Cronache di Salerno del 20 aprile 2025]

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