LA PARABOLA DI DIEGO CI SPIEGA L’ALDILA’

La parabola di Diego Armando Maradona ha tanto da insegnarci. E non uso a caso questa parola, “parabola”.

È con questa modalità, infatti, che Gesù nei Vangeli cercava di spiegare ai suoi discepoli e alle folle anche le verità più difficili.

Ebbene, la parabola di vita di Diego Armando Maradona racchiude in sé i talenti di cui ci parla Matteo, il suo sinistro, immenso e geniale, più ancora della mano prestatagli contro l’Inghilterra da Dio stesso…

C’è la pecora smarrita che il Signore non ha mai abbandonato, c’è la casa costruita sulla sabbia e non sulla roccia, come la catapecchia di legno fatiscente in cui viveva con i genitori e le sue quattro sorelle a Lanus, periferia di Buenos Aires, nella favelas di Villa Fiorito.

C’è il giovane ricco che non riesce ad abbandonarsi pienamente al dono di Dio, ci sono i servi infedeli che lo hanno usato e abusato nella sua generosità, l’amministratore disonesto (tanti tra manager, dirigenti sportivi e falsi amici che ne hanno fatto un fenomeno da sfruttare per ingrossare le loro tasche).

C’era il demonio in persona, la cocaina, che lo ha corrotto nelle sue fragilità umane per fargli assaporare il gusto inebriante e velenoso dell’evasione, di quell’altare dove Diego si è immolato al peso di essere Maradona.

Come il figliol prodigo. Ma come lui anche Diego ora è tornato alla casa del Padre misericordioso.

Non sappiamo qual è il giudizio che il Signore darà sulla sua vita, quanto peseranno le tante gioie donate agli altri e quanto invece i suoi rifiuti all’immensa grazia ricevuta manifestati con un’inarrestabile forza autodistruttiva.

Quello che sappiamo, forse, è che ben più del catechismo la parabola di Diego ci spiega il senso del Purgatorio, della comunione dei Santi, della intercessione per i defunti.

Per tutto il bene fatto Maradona è già in contemplazione di Dio ma ha bisogno di purificarsi dai suoi tanti, troppi, sbagli che lo hanno portato a distruggere quella vita che Dio, con tanto amore, aveva riempito di genialità e di talento.

Ecco che allora quell’amore che ha costruito in vita può essere la chiave per alleggerire il peso di quegli errori fatti contro se stesso e contro l’amore di Dio. Chi lo ha amato può pregare per lui, offrire messe di suffragio, ricordarlo nelle intenzioni di preghiera, chiedere alla Beata Vergine Maria di intercedere per lui. La forza di questo amore che vive chi rimane in terra è la forza che purifica le anime del Purgatorio per liberarle dalla nebbia dei propri errori del passato e dalla catene a cui il demonio li ha legati in vita.

Il Padre Misericordioso gli è corso già incontro; a noi non resta che liberarlo con le preghiere per lasciargli vivere con pienezza l’abbraccio della misericordia. Il gol più bello di Diego ha bisogno del nostro assist…

(c) Vito Rizzo 2020

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