CREMAZIONE: ECCO COSA FARE!

È sempre più frequente, anche in Italia, il ricorso alla cremazione dei defunti. Se da un lato c’è una specifica normativa statale che disciplina tale pratica e stabilisce cosa è lecito e cosa non è lecito fare di una salma e delle ceneri che derivano poi dal processo di cremazione, resta da chiedersi, al di là del lecito o non lecito, cosa, per un cristiano, per un cattolico, è giusto o meno fare.
Andiamo con ordine: la legge n. 130/2001 “Disposizioni in materia di cremazione e dispersione delle ceneri”,
modificando il previgente regolamento di polizia mortuaria (DPR n.285/1990), dispone che si possa procedere a
cremazione della salma su espressa volontà del defunto e dei suoi familiari diretti. Quanto alle modalità di
conservazione e/o dispersione delle ceneri la legge dispone che la dispersione delle ceneri è consentita, nel rispetto
della volontà del defunto, unicamente in aree a ciò appositamente destinate all’interno dei cimiteri o in natura o in
aree private purché ciò non avvenga con finalità lucrativa.
La dispersione delle ceneri è invece vietata nei centri abitati, mentre la dispersione in mare, nei laghi e nei fiumi «è
consentita nei tratti liberi da natanti e da manufatti». Per quanto riguarda invece le modalità di conservazione,
sussiste l’obbligo di sigillare l’urna con l’identificazione dei dati anagrafici del defunto prevedendo la tumulazione,
l’interramento o l’affidamento ai familiari. Non è consentito custodire le ceneri in maniera frazionata, facendone ad
esempio dei gadget, come pure si vede in qualche serie tv americana… Ma cosa dice la Chiesa? Tutto quello che è
lecito per la legge dello Stato è anche necessariamente giusto per un cristiano? Non è proprio così…
Qualche anno fa, nel 2016 per l’esattezza, la Congregazione per la Dottrina della Fede ha pubblicato una Istruzione
circa la sepoltura dei defunti e la conservazione delle ceneri in caso di cremazione dal titolo “Ad resurgendum cum
Christo”. Nella stessa si spiegano le ragioni teologiche che, se da un lato consentono la possibilità di procedere alla
cremazione del defunto, dall’altro chiariscono le modalità di rispetto e di cura con cui le ceneri vanno conservate.
Innanzitutto si afferma nel documento che «qualora per motivazioni legittime venga fatta la scelta della cremazione
del cadavere, le ceneri del defunto devono essere conservate di regola in un luogo sacro, cioè nel cimitero o, se è il
caso, in una chiesa o in un’area appositamente dedicata a tale scopo dalla competente autorità ecclesiastica» (n.5).
Questo perché «la conservazione delle ceneri in un luogo sacro può contribuire a ridurre il rischio di sottrarre i defunti alla preghiera e al ricordo dei parenti e della comunità cristiana. In tal modo, inoltre, si evita la possibilità di
dimenticanze e mancanze di rispetto, che possono avvenire soprattutto una volta passata la prima generazione,
nonché pratiche sconvenienti o superstiziose» (n.5).
Pertanto «la conservazione delle ceneri nell’abitazione domestica non è consentita» (n.6), inoltre le ceneri «non
possono essere divise tra i vari nuclei familiari e vanno sempre assicurati il rispetto e le adeguate condizioni di
conservazione» (n.6). Infine si chiarisce che «per evitare ogni tipo di equivoco panteista, naturalista o nichilista non [è] permessa la dispersione delle ceneri nell’aria, in terra o in acqua o in altro modo oppure la conversione delle ceneri cremate in ricordi commemorativi, in pezzi di gioielleria o in altri oggetti» (n.7). Sono disposizioni molto chiare che precisano cosa è conforme e cosa è contrario alla fede cattolica tanto che «nel caso che il defunto avesse
notoriamente disposto la cremazione e la dispersione in natura delle proprie ceneri per ragioni contrarie alla fede
cristiana, si devono negare le esequie, a norma del diritto» (n.8). In altri termini, se si decide di disperdere le ceneri,
non sarà possibile svolgere nemmeno le esequie in Chiesa.
In conclusione, ai sensi della legislazione nazionale è possibile procedere a cremazione, conservare in casa le ceneri o
disperderle in natura; è in ogni caso vietato farne gadget e gioielli. Per un cristiano la conservazione delle ceneri
riveste un carattere di sacralità, di qui la possibilità di conservare l’urna, intatta, in Chiesa o al Cimitero. Conservare
l’urna in casa non è conforme al decoro e alla sacralità che va sempre riservata alle spoglie mortali, seppur cremate.
Men che meno disperderle nell’ambiente, al mare, in montagna o nel giardino di casa o, addirittura, farne ampolle,
ciondoli e gioielli da portare a spasso in maniera idolatrica.

(c) Vito Rizzo 2024

[Articolo pubblicato sul quotidiano Le Cronache di Salerno del 10/11/2024]

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