IL DRESS CODE PER ANDARE A MESSA

Il periodo estivo è a dir poco “complicato” per l’abbigliamento da indossare durante le celebrazioni liturgiche. Di certo il caldo torrido che sta caratterizzando queste settimane non aiuta a porre la giusta attenzione a coprirsi quantomeno nel momento in cui si varca la soglia di un luogo sacro. Ciò vale sia per i tanti turisti che visitano le nostre bellissime Chiese ricche di storia e di opere d’arte, sia per i fedeli che – anche d’estate – si ricordano di dedicare un po’ del tempo vacanziero al giorno del Signore.

In passato si aveva di certo maggior cura e attenzione rispetto al momento liturgico; in tanti si preparavano con il “vestito della domenica”. È un peccato averne perso il sapore che aiutava anche ad apprezzare la sacralità della partecipazione alla celebrazione, ma un “minimo” va comunque assicurato.

Ecco dunque un piccolo vademecum per non banalizzare troppo l’importanza dei luoghi e dei momenti liturgici con i quali si è chiamati a interagire.

Se per le messe all’aperto o anche “in spiaggia” il dress code non può che adattarsi al luogo, con qualche licenza in più all’abbigliamento consentito, quando si entra in Chiesa le regole da rispettare sono di certo più chiare e strutturate. Ma andiamo con ordine: se c’è la Messa all’aperto vige la regola del “decoro” e del “buon senso”. Pantaloncini, infradito e t-shirt più scollate sono più tollerabili, ma è il caso di avere almeno l’accortezza di non abusare: per gli uomini sì al costume a pantalocino ma non di certo al costume a slip, per le donne sì al costume ma magari coperto da un prendisole o da un pareo che copra non soltanto a mo’ di gonna ma a mo’ di vestito (e pazienza se le spalle restano scoperte). Se il sole picchia va bene anche tenere in capo cappelli, berretti o – ahinoi – bandane. Il Signore ha a cuore la nostra salute ed è sempre meglio evitare insolazioni…

Discorso diverso quando si entra in Chiesa: uomini e donne sono tenuti a coprirsi le ginocchia e le spalle. Gli uomini possono indossare pantaloni, camicie, polo o t-shirt, mentre le donne possono indossare lo stesso, gonne lunghe o abiti a patto che coprano le ginocchia. La regola generale è evitare abiti troppo succinti: è necessario coprire il corpo dalle spalle alle ginocchia, inoltre gonne e vestiti non dovrebbero essere “trasparenti” o avere lunghi spacchi. È bene evitare di indossare qualsiasi cosa senza maniche o qualsiasi cosa troppo aderente, né top scollati o i crop top che espongono il petto o lo stomaco; (andrebbero severamente vietati in generale, ma di certo in Chiesa sono del tutto inopportuni). Anche per quanto riguarda pantaloncini o gonne la regola è “sopra il ginocchio”: non è quindi il caso di indossare minigonne o pantaloncini che non coprono le ginocchia.

Altro aspetto sempre più di attualità: se il corpo è coperto da tatuaggi “inopportuni”, è bene assicurarsi di coprirli prima di entrare in chiesa anche a costo di usare un po’ di stoffa in più.

Per quanto riguarda le scarpe, sì ai sandali, no a infradito e zoccoli di legno: è vero che gran parte dei discepoli erano pescatori ma non siamo di certo in spiaggia.

Ultima annotazione per quanto riguarda i cappelli: sono ammessi per le donne ma gli uomini devono toglierli prima di entrare in Chiesa. Per la donna è un segno di eleganza, per gli uomini “levarsi il cappello” è da sempre un segno di rispetto. Lo ricorda il troppo dimenticato galateo ma è bene ricordarsene almeno alla presenza del Signore.

Nota a margine: per i ministri e i lettori le regole sono anche un po’ più rigide. Se si sale sul presbiterio o all’ambone il pantalone lungo o la gonna sopra il ginocchio sono la regola. In fondo si è lì per svolgere un servizio alla liturgia, un piccolo sacrificio e qualche goccia di sudore non sono certo un dramma…

(c) Vito Rizzo 2024

[Articolo pubblicato sul quotidiano Le Cronache di Salerno del 28 luglio 2024]

Leave a Reply

Your email address will not be published.


*