ECCO COS’È L’IMMACOLATA CONCEZIONE

Sono in tanti, anche fedeli praticanti o ragazzini freschi di catechismo, a fare confusione tra l’Immacolata Concezione di Maria e il concepimento verginale di Gesù per opera dello Spirito Santo. Quest’ultimo riveste una ragione sì teologica ma di carattere pratico, il concepimento del Figlio di Dio nel grembo di Maria senza il ricorso abituale all’atto sessuale. L’Immacolata Concezione di Maria è invece un riconoscimento prettamente teologico della dimensione spirituale della Madonna, talmente pura da non essere costitutivamente nemmeno sfiorata dal peccato. L’Immacolata Concezione è un dogma della Chiesa cattolica, proclamato da papa Pio IX l’8 dicembre 1854 con la bolla Ineffabilis Deus che sancisce come la Vergine Maria sia stata preservata dal peccato originale fin dal primo istante del suo concepimento.

Il dogma riconosciuto dalla Chiesa nel 1800 trae fondamento dalla tesi teologica del teologo francescano Duns Scoto che nel 1300 sostenne l’idea della redenzione “preventiva”.

Ma proviamo a fare un po’ di chiarezza anche per chi non è avvezzo alle disquisizioni filosofiche o teologiche. Secondo la riflessione teologica e i racconti biblici della creazione la propensione al peccato è espressa attraverso la descrizione del peccato originale, l’incapacità dell’uomo di resistere alla tentazione del maligno che lo invita a sentirsi “come Dio” fino al punto di “fare a meno di Dio”.

È quello che accade con Adamo ed Eva che cedono alle lusinghe del serpente, che si allontanano dalla premura di Dio per superare il limite del loro essere creature (e non i creatori). In fondo è la dinamica che caratterizza ogni forma di peccato: non riconoscere alcun limite nel proprio desiderio e sacrificare la comunione d’amore che Dio ha preparato per ciascuno di noi. È lo spazio della nostra libertà, della quale spesso abusiamo con grave danno per noi stessi e per gli altri.

Per Maria non è andata così. Sin dal suo concepimento da parte di San Gioacchino e Sant’Anna Dio l’ha voluta preservare. Per sfatare ogni lettura bigotta, un concepimento biologico in piena regola…

Preservata dal peccato perché avrebbe dovuto ospitare la perfezione divina e per questa ragione il peccato non avrebbe dovuto mai toccarla, nemmeno come mera predisposizione umana. La libertà di Maria è piena, il suo “sì” alla volontà di Dio è autentico, ma la sua libertà è una libertà di scelta che non subisce alcuna fascinazione dal peccato. Maria sceglie di accogliere Dio ma non avrebbe potuto scegliere diversamente, non avrebbe mai potuto volere diversamente, non ha avuto alcuna tentazione di dire “no”. Libera nel Bene, libera di scegliere il bene.

Sono temi questi che forse non affascinano più il dibattito teologico o dottrinario, di certo sono trascurati anche dal quotidiano degli stessi cristiani, eppure il risvolto pratico (di matrice spirituale) è ancor oggi di tutta evidenza. Ben più dirimente rispetto all’altra “concezione” a cui sovente si rivolge un pensiero pruriginoso, morboso, ossessivo da parte degli ambienti laicisti, “increduli” di fronte alla possibilità che il concepimento di un essere umano possa avvenire senza la necessità di un atto sessuale. Eppure non è proprio questo ciò che quegli stessi ambienti non mancano di prospettare come frontiera di libertà? La possibilità di procreare in affitto oppure in vitro, di certo mediante processi che forzano scientemente la dinamica naturale del rapporto biologico uomo/donna, spermatozoo/ovulo… In fondo proprio questa dinamica ci riconduce al cuore del senso dell’Immacolata Concezione, l’unica vera alternativa umana al “peccato originale”. Il peccato da cui origina ogni peccato e al cui modello ogni peccato riconduce: volersi fare come Dio, volersi mettere al posto di Dio proprio in nome di quella libertà della quale non si dovrebbe mai abusare.

L’essere umano è esposto al rischio del peccato, è il prezzo di quella libertà che fa parte del “pacchetto” voluto da Dio creando l’uomo “a sua immagine e somiglianza”. Ogni persona ha la possibilità di accogliere Dio nella propria vita e di vivere “a immagine e somiglianza sua”. Per Maria, madre di Dio, era una scelta già insita nella sua stessa natura di “madre di Dio”. È proprio questo che la rende modello ineguagliabile di santità, ma proprio perché madre di Dio, di Gesù che è mediatore di salvezza per tutti, è madre di ciascuno di noi. È questa la purezza che celebriamo l’8 dicembre.

(c) Vito Rizzo 2024

[Articolo pubblicato sul quotidiano Le Cronache di Salerno dell’8 dicembre 2024]

Leave a Reply

Your email address will not be published.


*